MANTERRO’ LA MIA PROMESSA, IL MIO IMPEGNO: di NON parlare qui di politica. E NON LO FARO’. Parlerò d’amore, come faccio spesso, ma stavolta parlo di quello che non c’è. Di quel vuoto che ti spacca il cuore. E se non te lo spacca, vuol dire che non ce l’hai. Il cuore di chi, ieri, negli USA ha visto suo figlio, 17enne, morire di coronavirus, rifiutato dall’ospedale perché i genitori non avevano i soldi per l’assicurazione. Posso dirlo? A 62 anni, appena compiuti, HO PIANTO. E NON ME NE VERGOGNO! HO PIANTO! Il dolore poi mi ha completamente svuotato quando ho sentito un omone, oltreoceano, con degli improbabili capelli biondi riportati davanti, e l’atteggiamento gli deriva dalla sua ricchezza materiale, sostenere che se il suo paese starà sotto i centomila (CENTOMILA!) morti, potrà parlare di un risultato positivo (si, avete letto bene: POSITIVO!) nella gestione della crisi. CENTOMILA! Capite perché quando ci troviamo, da qualche parte, ci ricordiamo che il Bene esiste perché esiste il NON-BENE. Ok? Sono padre, genitore, come tanti di noi, di una ragazza di vent’anni e mi fermo qui, perché oltre, non riesco a scrivere, ma voi avete capito. E allora, davanti al corpo di quel ragazzo, immobile, mentre intorno la California aspetta di tornare ad essere, in costume da bagno, piena di corpi scolpiti dalle palestre, e di tavole da surf, il biglietto da visita del sogno americano, penso che dovremo tutti cambiare registro. Non nei grandi principi, nelle nostre scelte di ogni giorno. Ho fatto un censimento delle più belle persone che ho conosciuto e di dove vivono: Treviso, Milano, Bergamo, Roma, Mantova, Palermo, Bologna, Napoli, Torino, L’Aquila. Nessuno in queste città ti respinge PERCHE’ NON HAI UN’ASSICURAZIONE: nessuno. Ti auguro caro ragazzo, quando ritornerai nella prossima vita, di nascere in Italia, e chissà che, nel frattempo, la stessa unità di intenti che c’è, ora, negli operatori della salute, sia sbocciata anche tra noi cittadini, nord sud destra sinistra, non mi interessa. Mi interessa che ci vogliamo bene e che tra altri duemila anni si possa dire che, qui, nessuno è morto a 17 anni perché i suoi genitori non avevano i soldi per una fottuta assicurazione. Dovunque tu sia, ragazzo, PERDONALI. Vince Pezzella