Il decollo

“Come stai”?”
“Benissimo…”
“Mi sei mancata, un sacco”
“Anche tu…”
“E sono passati solo tre settimane… da quel cinema”
Il sorriso rilassato di entrambi mise la firma sulla felicità ritrovata, sia pur dopo così poco tempo di distacco. Fu naturale rimanere in silenzio. Le magie di certi momenti spaventano, tanto sono belle, e qualsiasi parola sembra di troppo. Meglio restare abbracciati, la testa sulla spalla, le braccia intorno al corpo, e la televisione ancora accesa, di là, a ricordare che sono scappati in camera come se cercassero un rifugio, chissà dove, per stare insieme. A volte, molli il mondo anche se intorno a te non c’è nessuno. E vai in un altro mondo. Per dimenticare tutto e ricordare il presente che vivi.
“Abbiamo lasciato un casino di là, cena, vestiti, tivù accesa…”
“Non ho più sentito niente, solo un treno decollare verso il Paradiso.”
“Chissà come sarà…”
“Se è come adesso, a me va benissimo.”
Quando un’ora più tardi, la sentì rivestirsi in salotto, si rese conto di essere piombato in un sonno profondo tra le sue braccia.
“Ti chiamo domani. Dormi…”
E quando senti certe porte chiudersi, piano, sai che, in realtà, torna a casa, ma passerà l’intera notte con te.

 


© Vince Pezzella

vincenzo@vincenzopezzella.it
16 Gennaio 2019