“Trascendence”, 2014, Wally Pfister (immagine di pubblico dominio dal web)
Quando le emozioni sono trascendenti…
“Trascendence”. Film quanto mai attuale, pur avendo dieci anni, in epoca di IA e di rapporto tra Tecnologia ed Umanesimo, tra Libertà e Controllo, tra Cuore e Razionalità, tra Individualità e Società. Consigliatissimo a chi non avesse avuto ancora occasione di vederlo. La trama è coinvolgente ed il cast all’altezza.
Dal mio punto vista, però, preferisco mettere l’accento su una frase, pronunciata da uno dei protagonisti, in un momento topico del film, che dice così: “Le emozioni contengono un conflitto irrisolto!”
Sono sei parole, solo sei parole, ma dentro hanno un mondo. Platone diceva che “Le anime troppo in pace con sé stesse non accedono al mondo della poesia”. Come dire che, alla poesia delle emozioni, non può mancare una qualche forma di conflitto interiore.
Abbiamo amato, e amiamo tutti, persone non perfette per noi, ma le amiamo.
Perché l’Amore è disequilibrio, è vertigine, è rischio, è avventura senza bussola, è magnetismo della non perfezione. L’Amore è il nostro conflitto interiore, tra la pace che ci porta e l’inquietudine della sua incontrollabilità. Amore è figlio di Povertà e Mancanza, questo ci dicono i nostri avi, e della nostra inutile lotta quotidiana per governarlo. Forse un giorno la Tecnologia di “Trascendence” ci farà possedere qualunque cosa, ma l’Amore no: sarà sempre Lui a possedere noi. E sapere che esiste qualcosa per sempre più forte di noi, ci riporta a ciò che siamo e dovremmo essere: Umani Innamorati.

“Trascendence”, 2014, Wally Pfister (immagine dal web)