Dopo alcuni anni, rivisto ieri, davvero con piacere lo stesso coinvolgimento, “The face of love”, di Arie Posin, del 2013, con Ed Harris, Annette Bening e Robin Williams. Nikki, la protagonista, incontra, in modo apparentemente casuale, un uomo del tutto identico, un sosia, a suo marito morto cinque anni prima. Il disequilibrio è immediato e Nikki lo cerca da subito, questo insegnante di pittura, per conoscere un uomo del tutto identico, nell’aspetto, al suo amato marito.
Lo spettatore pensa subito ad un film sulla reincarnazione: no, non lo è. E’ un film sulla prova cui lei viene sottoposta dal Destino che, attraverso questo “messaggero”, Tom, il nuovo arrivo, vuole sapere cosa rappresentano i ricordi nella vita di questa donna e in che modo lei li viva. E’ un film sul valore dei ricordi, ma, contemporaneamente, sulla necessità di non diventarne schiavi, di non venirne schiacciati. E’ un film sulla capacità di vedere “oltre” il volto, anche se si tratta di un volto dell’amore. E’ un film sul patrimonio che i ricordi rappresentano per noi, quando diventano storia, non zavorre.
Nikki arriverà, anch’essa sull’orlo del baratro, ma Tom, il messaggero, sarà li con lei. Per permetterle di continuare a vivere, più felice di prima, anche se lo farà in un modo particolare, ma del tutto commovente. I “messaggeri” amano senza condizioni: arrivano e ti cambiano la vita. Gratis. Per Amore. E’ un film sulla capacità di rinascere a nuove libertà. E Nikki diventerà ciò che tutti aneliamo ad essere: anime libere, con libertà solide, proprio grazie a ciò che avremo per sempre con noi, dentro di noi.
Buona giornata, Cuori ❤️ senza zavorre.
Vince